Tutto il bello che ci aspetta

Pubblicato il 17 agosto 2024 alle ore 10:45

 

 "Un paesino bianco nel cuore della Puglia

Una trentenne convinta

di non combinarne una giusta.

Uno spericolato viaggio

verso il bello della vita"

 


"Il richiamo del vecchio non è altro che una spinta verso un nuovo viaggio"

L’inizio di questo libro mi è parso piuttosto stentato. La protagonista mi ha suscitato fin da subito sentimenti di rabbia per il suo piangersi addosso, vedendosi sempre perdente. Proprio per l’insicurezza di portare avanti le sue idee, pensava di mettere ordine nella sua vita affidandosi a persone insensate, finché un giorno, ripensando al passato, “all’ultimo momento di felicita’ ”, (come aveva chiesto un Disc-jockey alla radio), non decide di intraprendere un improvviso ed azzardato viaggio attraverso l’Italia; quasi un ripiego per non affrontare il futuro.

Tuttavia, da quel momento in avanti la scrittura ha cominciato a prendere corpo e la trama è diventata sempre più interessante, con molti spunti di riflessione; come le lettere dall’India, inviate nel corso degli anni dal padre, che apparentemente possono sembrare anacronistiche e completamente dissociate dalla realtà, ma che alla fine comprendi essere il vero spirito del libro.

Mi sono soffermata su ciò che lui puntualizza della contemplazione: “se non ci fermiamo mai, finiamo per non sapere più che cosa stiamo facendo… se dobbiamo programmare ed impiegare in modo utile anche il tempo libero, il tempo libero non è più libero”. Tutto diventa un vortice da cui ci facciamo travolgere, lasciando che la nostra vita inconsciamente passi, togliendoci l’arbitrio.

Come contrappasso, le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi del Sud, vogliono riprendere l’idea di quei ritmi lenti, della genuinità gratuita dei sentimenti e dei gesti che contraddistinguono la vita e gli uomini dei piccoli borghi; nonostante, ahimè, anche questo si stia lentamente perdendo!

Ho trovato molto bella l’alternanza di descrizioni del passato con il presente, quasi ad intrecciarsi e dare delle soluzioni, senza essere un ripiego, come apparentemente poteva sembrare in principio.

Alla fine la protagonista si riscatta ed il richiamo del vecchio non è altro che una spinta verso un nuovo viaggio, perché si rende conto che laddove pensava di aver sbagliato, aveva semplicemente vissuto.

Complimenti a Lorenza Gentile, che ho avuto modo di incontrare a Martina Franca, in occasione della presentazione del suo libro. Anche questa volta è riuscita a stupirmi ed a farmi conoscere una realtà nuova e particolare, come quella spirituale/contemplativa dell’ashram, presente anche nella mia terra, che mi illudo di conoscere bene, ma che mi riserva non raramente nuove sorprese. Proprio come è stato per l’altro suo romanzo, Le piccole verità, la Gentile mi ha riportato all’interno della nota libreria parigina Shakespeare and Company, dietro la folla di turisti, tra i suoi piani addensati di libri, dove esiste effettivamente una realtà parallela, vissuta in modo impensabilmente affascinante.


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